2018
La scrittura di Mauro Covacich dialoga in modo intenso con l'arte come testimonia la pentalogia che realizza tra il 2003 e il 2011. “Il sagrato è protetto da due lecci. Sul tronco di entrambi un'antica ferita. Due alberi gemelli castigati dallo stesso fulmine, sopravvissuti allo stesso incendio, in cima a questa altura che sembra una nuvola sospesa sulla campagna, e invece è terra, invece è Toscana. Così Covacich inizia il suo racconto, accompagnandoci all'interno della Chiesa delle Serre di Peccioli. Credo è un monologo interiore, una preghiera laica lucida, spietata, a tratti disperata che tuttavia non abbandona la speranza. Corsini restituisce visivamente il rigore della scrittura di Covacich collocando all'interno della chiesa delle panche di pietra. A "parlare" dall'alto di un ponteggio di ipotetici lavori in corso, un asse in legno che vibra.
Vittorio Corsini: Il racconto di Covacich è una meditazione, un percorso interiore verso il divino, che è terreno. L'oggetto è un ponteggio, esattamente identico a quello usato dai muratori, un tramite per poter lavorare, le panche sono essenziali e la pietra è grigia più simile possibile a quella della Verna, tutto diventa un'idea francescana di povertà intesa come stato. Tutto il superfluo è stato tolto.
Tiziano Scarpa: "Vittorio Corsini riesce a far risuonare le parole di Covacich nel modo più geniale: oggettiva la presenza di questi nuovi "credenti" popolando la chiesetta di panchine solide, perentorie, di pietra grigia squadrata, che non subiscono lo stile "la religione" della chiesetta, ma affermano la loro fede razionale, autoconsapevole. E innalza un trabattello di travi solide: un'impalcatura, precaria eppure massiccia. Perchè la fede è sempre in costruzione, lo spirito è un eterno work in progress".
Petro Gaglianò: "In modo simile, nella chiesa delle Serre, fuori dal centro abitato, le panche in pietra serena ridisegnate dall'artista sembrano completare lo spoglio ambiente sacro. Ma in fondo alla breve navata, sulla sinistra, un'impalcatura in legno chiaro interrompe il ritmo e apre uno spazio di edificazione, un esercizio di consapevolezza nel "tempo pieno del presente", dove la voce di Mauro Covacich si immerge nell'incontro con l'invisibile. Questa scabra architettura non funzionale è un silenzioso omaggio all'incompiuto, all'impegno permanente, e mai finito, del nostro diventare adulti, della costruzione di quella casa dalle pareti aperte."
Bibliografia
VOCI un coro a Peccioli per un progetto di Vittorio Corsini, con una narrazione di Tiziano Scarpa e un testo critico di Pietro Gaglianò, Gli Ori 2021, Pistoia.
Artista | Vittorio Corsini |
Titolo Opera | Francescano |
Data | 2018 |
Tecnica | Legno, pietra serena e voce narrante |
Tipologia | Installazione |