2018
E non per vendetta è il titolo del racconto di Laura Bosio. Narratrice dell'anima, in questo racconto come nei suoi libri sceglie una donna come protagonista della storia. Liuba è una ragazza ucraina che fugge dalle violenze della guerra. Approda a Peccioli e grazie all'aiuto del parroco della Chiesa del Carmine d' inizio a una nuova vita.
Con Corale Corsini coglie del racconto della Bosio la dimensione corale e predispone all'ingresso della chiesa due sedute a semicerchio che si fronteggiano. L'elemento posto al centro diffonde la voce narrante dell'autrice.
Vittorio Corsini: E non per vendetta parla del tentativo di Liuba di sottrarre qualcosa all'indistinto con cui è rimasta. E' un racconto corale, non una storia individuale, un racconto che viene tramandato a voce attorno ad un focolare. Per questo motivo le sedute si sviluppano in semicerchio attorno ad un centro, ad un braciere simbolico e pubblico. I colori scelti per le sedute e l'elemento centrale riprendono fedelmente i colori del pavimento della chiesa.
Tiziano Scarpa: Vittorio Corsini ha messo un oggetto in mezzo alle due panchine di marmo, al centro esatto di quelle due parentesi semicircolari. E' un cilindro di pietra nera, alto poco meno di un metro. La sommità non è piatta, ma cava, quasi fosse una fontanella o un lavandino. Non è piena d'acqua, ma di cristalli solidi. Sono dischetti stondati, di vetro, piccole biglie schiacciate, trasparenti. Do un'occhiata alla parete e capisco. Sul muro qui vicino è fissata un'acquasantiera. Questo cilindro cavo pieno di gocce di vetro è un lavacro: ma non per le mani; per lo sguardo. Entrando in chiesa si intinge la punta delle dita nell'acqua benedetta e ci si segna con il gesto della croce. E' quello che, liturgicamente, si chiama un sacramentale: non è un sacramento vero e proprio, è meno decisivo, ma è comunque pregno di devozione. Le acquasantiere sono ciò che resta di antiche abluzioni purificatrici, necessarie per entrare nel tempio, come tuttora fanno i musulmani prima di varcare la soglia delle moschee. Rimango ipnotizzato a guardare questi sassetti perfetti, trasparenti, brillanti. E' un collirio immateriale, pensato non per gli occhi ma per le occhiate. Purifico il mio sguardo. Ormai tutti i luoghi pubblici si sono muniti di flaconi igienizzanti per le mani. Mi fermo a pensare che i loro ingressi dovrebbero avere anche queste acquasantiere ottiche. Entrando nei luoghi importanti “ i tribunali, le scuole, i teatri “ bisognerebbe sostare sulla soglia, fissare un depuratore di sguardi, un dispositivo per sanificare le occhiaie.
Pietro Gaglianò: due emicicli in marmo si chiudono attorno a un pozzo riempito con gocce di vetro, in un rapporto di apparente continuità con l'acquasantiera antica e il pavimento a scacchi. Il cilindro con i suoi vetri azzurri si riconosce dopo un pò come un occhio sbarrato, costretto a vedere, a riconoscere, a non dimenticare, come gli occhi di chi è stato testimone di violenza, i miliziani e i civili del racconto di Laura Bosio. Nel circolo creato di Corsini è impossibile sottrarsi a questo sguardo e dimenticare che martire viene dal greco, che vuol dire testimone.
Bibliografia
VOCI un coro a Peccioli per un progetto di Vittorio Corsini, con una narrazione di Tiziano Scarpa e un testo critico di Pietro Gaglianò, Gli Ori 2021, Pistoia.
Artista | Vittorio Corsini |
Titolo Opera | Corale |
Data | 2018 |
Tecnica | Marmo, vetro e voce narrante |
Tipologia | Installazione |